
La partecipazione è stata molto larga ed eterogenea composta da migliaia di persone: militanti, studenti, amici di Stefano, abitanti del quartiere, migranti, famiglie che hanno perso i propri figli perchè torturati dentro le carceri, non ricevendo nella maggioranza dei casi alcuna attenzione mediatica nè ottenenendo giustiza.
Il corteo ha attraversato il quartiere, passando anche sotto la casa del ragazzo, dove li ha accolti la famiglia che ha dichiarato la propria adesione alla manifestazione e ha espresso gratitudine per la forte solidarietà cittadina.
"Stefano non era un eroe" - afferma la sorella di Stefano dal camion del corteo -, ma una delle tante vittime degli abusi polizieschi perpetrati all'interno del nostro cosiddetto "Stato di diritto". E tuttavia, l'assurdità di questa morte non ha impedito un massiccio dispiegamento delle forze dell'ordine all'interno del quartiere. Una Presenza provocatoria verso la quale si è espressa con forza l'indignazione dei manifestanti, attraverso i blocchi stradali e la resistenza alle cariche della Polizia e al lancio di lacrimogeni.
La triste vicenda di Stefano si inserisce all'interno di una lunga catena, ormai quotidiana, di abusi perpetrati ai danni dei cosiddetti soggetti "deboli". In questa catena si inseriscono strumenti normativi (dalla legge Fini-Giovanardi al Pacchetto sicurezza) in grado di garantire costantemente un clima di "caccia alle streghe".
Come si è visto con il caso di Stefano Cucchi, nessun attore che compone questa catena è privo di colpevolezza, ma tutti, dalla polizia ai carcerieri, passando per il personale medico e la magistratura, hanno dimostrato di essere ingranaggi di questo sistema.
Con Stefano nel cuore. Siete per sempre coinvolti!
Nessuna impunità per i responsabili! Mai più!
Il corteo ha attraversato il quartiere, passando anche sotto la casa del ragazzo, dove li ha accolti la famiglia che ha dichiarato la propria adesione alla manifestazione e ha espresso gratitudine per la forte solidarietà cittadina.
"Stefano non era un eroe" - afferma la sorella di Stefano dal camion del corteo -, ma una delle tante vittime degli abusi polizieschi perpetrati all'interno del nostro cosiddetto "Stato di diritto". E tuttavia, l'assurdità di questa morte non ha impedito un massiccio dispiegamento delle forze dell'ordine all'interno del quartiere. Una Presenza provocatoria verso la quale si è espressa con forza l'indignazione dei manifestanti, attraverso i blocchi stradali e la resistenza alle cariche della Polizia e al lancio di lacrimogeni.
La triste vicenda di Stefano si inserisce all'interno di una lunga catena, ormai quotidiana, di abusi perpetrati ai danni dei cosiddetti soggetti "deboli". In questa catena si inseriscono strumenti normativi (dalla legge Fini-Giovanardi al Pacchetto sicurezza) in grado di garantire costantemente un clima di "caccia alle streghe".
Come si è visto con il caso di Stefano Cucchi, nessun attore che compone questa catena è privo di colpevolezza, ma tutti, dalla polizia ai carcerieri, passando per il personale medico e la magistratura, hanno dimostrato di essere ingranaggi di questo sistema.
Con Stefano nel cuore. Siete per sempre coinvolti!
Nessuna impunità per i responsabili! Mai più!
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