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Non si può morire così...
Stefano Frapporti era un muratore di 48 anni. Il 21 luglio 2009 andava in giro in bicicletta quando è stato fermato da due carabinieri in borghese per un'infrazione stradale. Portato in carcere perché sospettato di spaccio non uscirà mai vivo dalla cella.

Questo blog nasce dalla volontà della famiglia di ottenere chiarezza su quel che è successo a Stefano e per chiedere che venga fatta giustizia.



ASSEMBLEA PUBBLICA TUTTI I MARTEDI' DALLE 20.00 ALLA SEDE DELL'ASSOCIAZIONE "STEFANO FRAPPORTI" IN VIA CAMPAGNOLE 22.

giovedì 17 dicembre 2009

Locandina spettacolo per Stefano




3 commenti:

  1. Ieri sera ero presente allo spettacolo che ho molto apprezzato. So che sembrerà indelicato scrivere di aver gradito uno spettacolo che mette in scena l'assurda morte di una brava persona, ma voglio lasciare comunque un messaggio di apprezzamento per la struttura dello spettacolo e per l'impegno profuso da amici e parenti nel costruire una positiva esperienza di teatro civile. Non conoscevo personalmente Stefano ma conosco alcuni suoi familiari in quanto vivo a Isera. Sono rimasto colpito dalla vicenda e, se non ho manifestato loro direttamente il mio dispiacere per l'accaduto, è stato solo per una mia eccessiva discrezione nei rapporti con le persone con le quali non ho confidenza. Dopo aver visto lo spettacolo,aver "conosciuto" Stefano attraverso le testimonianze,e dopo aver appreso delle troppe ombre di questa vicenda, ho voluto lasciare comunque una testimonianza, seppure tardiva, della mia vicinanza alla famiglia e agli amici perchè non si può morire così.
    N.S.

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  2. Grazie per la sua sincera testimonianza, le sue parole mi incoraggiano a sperare che la rappresentazione, alla quale lei ha assistito,sia un tassello di un discorso più ampio. Nell'atrio del teatro, i tabelloni allestiti con le storie di tante altre vittime come Stefano, facevano proprio da collegamento tra la "nostra" storia e le "altre" storie. Mi auguro, quindi, che la frase:-"Non si può morire così"-, diventi anche un po' sua così, come di tutte le altre persone che hanno assistito al nostro lavoro. I contatti con gli altri comitati, che come noi si occupano di "morti di precoce vecchiaia", fanno presagire a delle iniziative comuni, è importante perciò, tenere alta l'attenzione, partecipare ed impegnarsi perché quanto accaduto a Stefano, non è un caso isolato....anzi!

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