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Non si può morire così...
Stefano Frapporti era un muratore di 48 anni. Il 21 luglio 2009 andava in giro in bicicletta quando è stato fermato da due carabinieri in borghese per un'infrazione stradale. Portato in carcere perché sospettato di spaccio non uscirà mai vivo dalla cella.

Questo blog nasce dalla volontà della famiglia di ottenere chiarezza su quel che è successo a Stefano e per chiedere che venga fatta giustizia.



ASSEMBLEA PUBBLICA TUTTI I MARTEDI' DALLE 20.00 ALLA SEDE DELL'ASSOCIAZIONE "STEFANO FRAPPORTI" IN VIA CAMPAGNOLE 22.

domenica 6 dicembre 2009

La morte di Stefano Frapporti va in scena

Una pièce teatrale che ripercorre le ultime ore di vita di Stefano Frapporti, il suo arresto e la morte in carcere per impiccagione. L’idea è di un ex insegnante di diritto in pensione, Fabio Tittarelli, romano con radici trentine, e la rappresentazione è ormai alle ultime prove. La prima ufficiale sarà il 22 dicembre alla sala Filarmonica, una ricorrenza importante perchè cade a cinque mesi dalla morte del muratore. In scena ci sarà lo stesso Tittarelli, nel ruolo di uno dei due narratori. «Al 90% - spiega - ci basiamo sui verbali delle forze dell’ordine». Tittarelli è rimasto molto colpito dalla tragica fine di Stefano Frapporti. «Sono amico di sua sorella Ida, ci conosciamo da molti anni. Ho un forte legame con il Trentino, mia madre era di Vallarsa e ci torno quando posso. Ho lavorato come insegnante di diritto e materie giuridiche e il caso di Stefano m’ha interessato per le molte lacune e contraddizioni che emergono dai verbali. All’inizio ne volevamo fare un dossier, poi col tempo è nata l’idea di farne una rappresentazione teatrale».
La materia su cui è stato elaborato il testo l’hanno fornita i carabinieri e le guardie carcerarie. «Abbiamo messo in scena ciò che dicono i verbali - spiega Tittarelli - evidenziando come dai documenti ufficiali, per come sono statri costruiti, sia possibile inferire qualsiasi ipotesi. Dalla più banale alla più fosca. Il nostro sforzo è di aprire una serie di scenari possibili su cosa è davvero accaduto in quelle ore». Secondo l’autore, dai verbali emergono «troppe stranezze e incongruenze. Ma non vogliamo darne un’interpretazione precisa, non è quello che ci interessa. Ognuno si è fatto la propria idea. Ci limitiamo ad osservare come dalla versione ufficiale possono uscire tante diverse possibilità».
Il testo scritto da Tittarelli, è in realtà il risultato «di un lavoro di gruppo, ci tenevo che le scelte fossero condivise con il comitato formatosi all’indomani della morte di Stefano». La scelta di affidarsi alle risorse interne per la messa in scena è un’altra scelta forte. «Avremmo potuto rivolgerci ad attori professionisti o dilettanti, forse sarebbe stato più efficace, ma abbiamo preferito inventarci attori e tecnici di teatro, supplendo alle inevitabili carenze tecniche con il nostro entusiasmo». Le prove per ora si fanno il lunedì in una casa privata e il venerdì in una sala pubblica sopra la biblioteca di Isera. Ci saranno anche “slide” con le ricostruzioni grafiche del vari movimenti di Stefano e un video che ricostruisce i vari momenti filmati sui luoghi della vicenda.
Tra gli invitati alla prima, anche i parenti di Stefano Cucchi, morto in carcere a Roma in strane circostanze dopo essere stato arrestato per spaccio.

Il Trentino, 06/12/2009

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