Un altro pestaggio in carcere, questa volta a Tolmezzo (Udine), i secondini manganellano un ragazzo e poi lo imbottiscono di psicofarmaci.
Qui di seguito un comunicato di alcuni detenuti.
Tolmezzo 15/08/2010
Noi detenuti della casa circondariale di Tolmezzo abbiamo deciso di scrivere questa lettera dopo l'ennesimo pestaggio avvenuto nelle carceri italiane.
Dopo i casi di Marcello Lonzi a Livorno, di Stefano Cucchi a Roma e di Stefano Frapporti a Rovereto e di tanti, troppi altri in giro per la penisola, siamo costretti a vedere con i nostri occhi che la situazione carceraria in Italia non è cambiata per niente.
Mentre da una parte ci si aspetta dai detenuti silenzio e sottomissione per una situazione inumana (quasi 70.000 prigionieri a fronte di nemmeno 45.000 posti, percorsi di reinserimento sociale pressochè inesistenti, scarsissima assistenza sanitaria, fatiscenza delle strutture ecc...) si ha dall'altra il solito trattamento vessatorio da parte del personale penitenziario, non giustificabile con la solita scusa sulla scarsità di uomini e mezzi.
Denunciamo quello che, ancora una volta, è successo venerdì 13 agosto proprio qui a Tolmezzo, dove un ragazzo, M.F., è stato picchiato con tanto di manganelli nella sezione infermeria.
Se come per altre volte i protagonisti dell'aggressione erano, tra gli altri, graduati ormai noti ai detenuti per le loro provocazioni, l'altra costante è stata la completa assenza del comandante delle guardie e della direttrice dell'istituto.
La nostra situazione è fin troppo pesante per accettare la sottomissione fisica dopo quella psicologica.
Per noi tacere oggi potrebbe voler dire ricevere bastonate domani se non fare la fine dei vari Stefano o Marcello domani l'altro.
Noi non ci stiamo e con questa nostra ci rivolgiamo a chiunque nel cosiddetto mondo libero voglia ascoltare, affinchè la nostra voce non cada morta all'interno di queste mura.
alcuni detenuti del carcere di Tolmezzo
venerdì 20 agosto 2010
sabato 14 agosto 2010
Presidio del 21 agosto 2010 ore 18.00
*Di carcere si muore*
*Solidarietà con i detenuti*
*Ricordando Stefano Frapporti*
Di carcere si muore.
Quando non fisicamente, si muore affettivamente, psicologicamente,
moralmente.
Le varie lettere che riceviamo dal carcere di Rovereto descrivono una
situazione invivibile e degradante. Parliamo in particolare della sezione
femminile.
Questa è la realtà quotidiana: ore d’aria in meno rispetto a quelle
previste, celle chiuse tutto il giorno, mancanza di personale medico,
sovraffollamento, cibo immangiabile, disposizioni arbitrarie che riducono al
minimo il vestiario consentito, prodotti necessari – ad esempio per l’igiene
intima – dai costi altissimi (per la gioia delle ditte che li forniscono). A
questo quadro si aggiungono i sempre più frequenti rifiuti da parte del
magistrato di sorveglianza di concedere liberazioni anticipate e misure
alternative a chi ne avrebbe diritto.
Allargando lo sguardo oltre le condizioni carcerarie stesse, è evidente che
il carcere assomiglia sempre più al “nuovo” programma sociale previsto per i
poveri. Il 27% dei detenuti è composto da tossicodipendenti. Il 38% da
immigrati senza documenti. Facciamo un esempio: abolendo la legge
Fini-Giovanardi sulle droghe e la Bossi-Fini sull’immigrazione uscirebbero
subito 2/3 dei prigionieri! Altro che grandi criminali da cui difendere la
società!
Il problema non si risolve certo costruendo nuove carceri. Per invertire
questa tendenza ad una società sempre più carceraria è necessario lottare
tutti. Dentro come fuori.
Sarà anche questo il nostro modo per ricordare Stefano Frapporti e l’arresto
che lo ha ucciso.
*SABATO 21 AGOSTO, DALLE ORE 18,00*
*PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI ROVERETO*
*Musica, interventi, microfono aperto*
*assemblea dei familiari, amici e solidali di Stefano Frapporti*
nonsipuomorirecosi@gmail.com
frapportistefano.blogspot.com
*Solidarietà con i detenuti*
*Ricordando Stefano Frapporti*
Di carcere si muore.
Quando non fisicamente, si muore affettivamente, psicologicamente,
moralmente.
Le varie lettere che riceviamo dal carcere di Rovereto descrivono una
situazione invivibile e degradante. Parliamo in particolare della sezione
femminile.
Questa è la realtà quotidiana: ore d’aria in meno rispetto a quelle
previste, celle chiuse tutto il giorno, mancanza di personale medico,
sovraffollamento, cibo immangiabile, disposizioni arbitrarie che riducono al
minimo il vestiario consentito, prodotti necessari – ad esempio per l’igiene
intima – dai costi altissimi (per la gioia delle ditte che li forniscono). A
questo quadro si aggiungono i sempre più frequenti rifiuti da parte del
magistrato di sorveglianza di concedere liberazioni anticipate e misure
alternative a chi ne avrebbe diritto.
Allargando lo sguardo oltre le condizioni carcerarie stesse, è evidente che
il carcere assomiglia sempre più al “nuovo” programma sociale previsto per i
poveri. Il 27% dei detenuti è composto da tossicodipendenti. Il 38% da
immigrati senza documenti. Facciamo un esempio: abolendo la legge
Fini-Giovanardi sulle droghe e la Bossi-Fini sull’immigrazione uscirebbero
subito 2/3 dei prigionieri! Altro che grandi criminali da cui difendere la
società!
Il problema non si risolve certo costruendo nuove carceri. Per invertire
questa tendenza ad una società sempre più carceraria è necessario lottare
tutti. Dentro come fuori.
Sarà anche questo il nostro modo per ricordare Stefano Frapporti e l’arresto
che lo ha ucciso.
*SABATO 21 AGOSTO, DALLE ORE 18,00*
*PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI ROVERETO*
*Musica, interventi, microfono aperto*
*assemblea dei familiari, amici e solidali di Stefano Frapporti*
nonsipuomorirecosi@gmail.com
frapportistefano.blogspot.com
mercoledì 4 agosto 2010
AVVISO AI LETTORI
Questo blog è stato ideato per fornire informazioni e pubblicizzare le iniziative. Chi fosse interessato ad uno scambio di opinioni può venire all'assemblea o qualora non potesse può scrivere un'e-mail a nonsipuomorirecosi@gmail.com
giovedì 29 luglio 2010
Genova, 17-18 luglio 2010 - testo dell'intervento.
Le morti “oscure” di cui stiamo parlando in questi incontri, purtroppo, non sono un fatto nuovo. La storia dello Stato italiano è costellata di morti “sospette”, avvenute in carcere così come in caserme o questure, archiviate come suicidi o ufficialmente prodotte da fatali cadute (da finestre, scale, ... e così via). In qualche caso queste morti hanno suscitato, soprattutto da parte dei familiari, indignazione, denunce, lettere ai giornali, richieste per accertare una verità che molto spesso era scritta su quei corpi, risultato palese di violenze inferte su persone ristrette fisicamente. Da parte delle istituzioni la risposta, nel migliore dei casi, è stata quella di delegare le indagini alla magistratura, con la consapevolezza di poter facilmente ottenere un’archiviazione. Non c’è notizia di alcuna autorità istituzionale che, di fronte al recente aumento di queste morti nonché all’uso esplicito e ricorrente della violenza da parte delle forze dell’ordine, abbia pensato di rinunciare all’incarico per motivi di coscienza.
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Leggi l'intervento completo cliccando qui
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Leggi l'intervento completo cliccando qui
sabato 10 luglio 2010
venerdì 9 luglio 2010
Genova, 17-18 luglio 2010 "Vittime di Stato, quale giustizia?"
Sabato 17 luglio ore 16.30 - "CARCERE e ALTRI LUOGHI DI DETENZIONE"
...Le canzoni di Alessio Lega e Marco Rovelli
Aldo Bianzino - Giuseppe Bianzino
STEFANO FRAPPORTI - "Assemblea parenti, amici e solidali di Stefano Frapporti"
Stefano Cucchi - I genitori di Stefano
Giuseppe Uva - Lucia Uva
L’autore legge pagine da Impìccati! Storie di morte nelle prigioni italiane, di Luca Cardinalini
Clicca qui per il programma completo
...Le canzoni di Alessio Lega e Marco Rovelli
Aldo Bianzino - Giuseppe Bianzino
STEFANO FRAPPORTI - "Assemblea parenti, amici e solidali di Stefano Frapporti"
Stefano Cucchi - I genitori di Stefano
Giuseppe Uva - Lucia Uva
L’autore legge pagine da Impìccati! Storie di morte nelle prigioni italiane, di Luca Cardinalini
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mercoledì 7 luglio 2010
Padova - 35° Suicidio in carcere dall'inizio dell'anno
fonte: mattino di padova
Santino Mantice aveva 30 anni e avrebbe terminato di scontare la pena a settembre. E' il trentacinquesimo detenuto suicida quest'anno, il 590° caso avvenuto nelle carceri italiane dal 2000 a oggi
PADOVA. Un detenuto italiano di 30 anni si è suicidato nella casa di reclusione di Padova. Santino Mantice - secondo quanto riferito da Francesco Morelli dell'Osservatorio permanente sulle morti in carcere - si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella. Avrebbe terminato la pena fra tre mesi.
Nel solo mese di giugno - rileva l'Osservatorio - nelle carceri italiane si sono impiccati sei detenuti, oltre a un detenuto in stato di semilibertà che si è suicidato, impiccandosi a un albero in provincia di Bolzano, quando ha saputo di dover tornare in carcere, e un giovane immigrato che ha compiuto il gesto estremo nella cella di sicurezza della Questura di Agrigento.
Dall'inizio dell'anno sono 29 i detenuti suicidi per impiccagione, mentre sei sono morti asfissiandosi con il gas delle bombolette. Il suicidio di Mantice è il 590° avvenuto nelle carceri italiane dal 2000 a oggi.
Santino Mantice aveva 30 anni e avrebbe terminato di scontare la pena a settembre. E' il trentacinquesimo detenuto suicida quest'anno, il 590° caso avvenuto nelle carceri italiane dal 2000 a oggi
PADOVA. Un detenuto italiano di 30 anni si è suicidato nella casa di reclusione di Padova. Santino Mantice - secondo quanto riferito da Francesco Morelli dell'Osservatorio permanente sulle morti in carcere - si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella. Avrebbe terminato la pena fra tre mesi.
Nel solo mese di giugno - rileva l'Osservatorio - nelle carceri italiane si sono impiccati sei detenuti, oltre a un detenuto in stato di semilibertà che si è suicidato, impiccandosi a un albero in provincia di Bolzano, quando ha saputo di dover tornare in carcere, e un giovane immigrato che ha compiuto il gesto estremo nella cella di sicurezza della Questura di Agrigento.
Dall'inizio dell'anno sono 29 i detenuti suicidi per impiccagione, mentre sei sono morti asfissiandosi con il gas delle bombolette. Il suicidio di Mantice è il 590° avvenuto nelle carceri italiane dal 2000 a oggi.
mercoledì 30 giugno 2010
giovedì 24 giugno 2010
Perugia 25-26 giugno 2010
LIBERTA’ E SICUREZZA: ma per chi?
Il Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino, promuove due giorni di confronto e riflessione su carcere e sicurezza, proibizionismo, informazione e ruolo dei mass media nella creazione dello stigma, il 25 e il 26 giugno 2010
25 Giugno 2010, ore 17.00 Sala della Vaccara, Piazza 4 Novembre, Perugia
Incontro con i familiari e i comitati delle vittime della violenza di Stato
Partecipano: i familiari e il Comitato Verità per Aldo Bianzino, i familiari di Stefano Cucchi, Assemblea dei parenti, amici e solidali di Stefano Frapporti, Don Andrea Gallo, Comitato "Amici di Alberto Mercuriali", Cristina Gambini, sorella di Luca, morto nel reparto S.P.D.C. di Perugia, Checchino Antonini - Giornalista di Liberazione.
25 Giugno 2010, ore 22.30 Centro Sociale Ex-Mattatoio, Via della Valtiera, Ponte San Giovanni, Perugia
Serata benefit: Reggae DanceHall con One Love hi Powa e concerto dei
Rocco Reggae
26 Giugno 2010, ore 9.30 - 17.00 Casa dell'associazionismo, Via della Viola n°1, Perugia
Una Giornata di riflessione e approfondimento su carcere, sicurezza, proibizionismo, informazione
ore 9.30 - 11.00 Focus 1: Istituzioni Totali - Carceri - Psichiatria
Partecipano:
Nicola Valentino - editrice Sensibili alle foglie
Stefano Anastasia - Ass. Antigone e Forum Droghe
Operatori del C.A.B.S. (Centro a Bassa Soglia)Perugia
Giuseppe Tarallo - Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni
Coffee Break
ore 11.30 -13.30. Focus 2: Informazione “dopata”- il ruolo dell'informazione nella creazione dello stigma e dell'insicurezza
Partecipano: Guido Blumir - Sociologo e pres. Comitato Libertà e Droga
Anna Pizzo - Carta
Comitato "Amici di Alberto Mecuriali"
Luca Cardinalini - Giornalista
Pausa Pranzo
ore 15.00 - 17.00. Focus 3: Buone pratiche di riduzione dei rischi e di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi
Partecipano: Max Lorenzani - Livello 57 - Alchemica
Osservatorio Antiproibizionista Pisa
Elia de Caro - Avvocato
Sportello Legale - Roma
Alessandro Mefisto Buccolieri - Million Marijuna March
Alberto Sciolari - Pazienti Impazienti Cannabis
26 Giugno 2010, ore 18.00 Partenza Piazza Partigiani, Perugia
Manifestazione contro le violenze di Stato
Clicca qui per il sito "Verità per Aldo"
Il Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino, promuove due giorni di confronto e riflessione su carcere e sicurezza, proibizionismo, informazione e ruolo dei mass media nella creazione dello stigma, il 25 e il 26 giugno 2010
25 Giugno 2010, ore 17.00 Sala della Vaccara, Piazza 4 Novembre, Perugia
Incontro con i familiari e i comitati delle vittime della violenza di Stato
Partecipano: i familiari e il Comitato Verità per Aldo Bianzino, i familiari di Stefano Cucchi, Assemblea dei parenti, amici e solidali di Stefano Frapporti, Don Andrea Gallo, Comitato "Amici di Alberto Mercuriali", Cristina Gambini, sorella di Luca, morto nel reparto S.P.D.C. di Perugia, Checchino Antonini - Giornalista di Liberazione.
25 Giugno 2010, ore 22.30 Centro Sociale Ex-Mattatoio, Via della Valtiera, Ponte San Giovanni, Perugia
Serata benefit: Reggae DanceHall con One Love hi Powa e concerto dei
Rocco Reggae
26 Giugno 2010, ore 9.30 - 17.00 Casa dell'associazionismo, Via della Viola n°1, Perugia
Una Giornata di riflessione e approfondimento su carcere, sicurezza, proibizionismo, informazione
ore 9.30 - 11.00 Focus 1: Istituzioni Totali - Carceri - Psichiatria
Partecipano:
Nicola Valentino - editrice Sensibili alle foglie
Stefano Anastasia - Ass. Antigone e Forum Droghe
Operatori del C.A.B.S. (Centro a Bassa Soglia)Perugia
Giuseppe Tarallo - Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni
Coffee Break
ore 11.30 -13.30. Focus 2: Informazione “dopata”- il ruolo dell'informazione nella creazione dello stigma e dell'insicurezza
Partecipano: Guido Blumir - Sociologo e pres. Comitato Libertà e Droga
Anna Pizzo - Carta
Comitato "Amici di Alberto Mecuriali"
Luca Cardinalini - Giornalista
Pausa Pranzo
ore 15.00 - 17.00. Focus 3: Buone pratiche di riduzione dei rischi e di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi
Partecipano: Max Lorenzani - Livello 57 - Alchemica
Osservatorio Antiproibizionista Pisa
Elia de Caro - Avvocato
Sportello Legale - Roma
Alessandro Mefisto Buccolieri - Million Marijuna March
Alberto Sciolari - Pazienti Impazienti Cannabis
26 Giugno 2010, ore 18.00 Partenza Piazza Partigiani, Perugia
Manifestazione contro le violenze di Stato
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mercoledì 16 giugno 2010
Per chi suonano le sbarre
Dal carcere di Rovereto alcune detenute ci scrivono parlando della situazione invivibile in cui versano.
Sovraffollamento (6 detenute in una cella di 3 metri per 5), carenza di personale medico (per via dei continui autolicenziamenti), riduzione delle ore d’aria (2 al giorno invece delle 6 previste dal regolamento penitenziario), costante ritardo nella somministrazione delle terapie, cibo immangiabile.
Le leggi sulla clandestinità come reato, sulla criminalizzazione delle droghe e l’aumento di pene per i recidivi stanno riempiendo le carceri. Degli esempi emblematici: a Rovereto una ragazza è stata condannata a 4 mesi di detenzione per il furto di due birre in un supermercato... Stefano finito in carcere senza ragione è morto nel giro di poche ore.
La tendenza è chiara: si vogliono risolvere i problemi sociali carcerando sempre più poveri.
Dal 23 al 25 maggio i detenuti hanno protestato rifiutando il cibo dell’amministrazione penitenziaria e battendo le sbarre per tre volte al giorno. La protesta si è estesa poi anche al carcere di Trento.
Presìdi spontanei, rumorosi e solidali hanno portato da fuori un po’ di appoggio.
Facciamo sentire ai detenuti in lotta che non sono soli.
Lunedì 21 giugno, dalle ore 18,00 alle 20,00
Presidio di solidarietà sotto il carcere di via Prati a Rovereto
Musica e microfono aperto
Invitiamo in particolare parenti e amici dei detenuti a partecipare
Assemblea dei parenti, amici e solidali di Stefano Frapporti
nonsipuomorirecosi@gmail.com
frapportistefano.blogspot.com
Sovraffollamento (6 detenute in una cella di 3 metri per 5), carenza di personale medico (per via dei continui autolicenziamenti), riduzione delle ore d’aria (2 al giorno invece delle 6 previste dal regolamento penitenziario), costante ritardo nella somministrazione delle terapie, cibo immangiabile.
Le leggi sulla clandestinità come reato, sulla criminalizzazione delle droghe e l’aumento di pene per i recidivi stanno riempiendo le carceri. Degli esempi emblematici: a Rovereto una ragazza è stata condannata a 4 mesi di detenzione per il furto di due birre in un supermercato... Stefano finito in carcere senza ragione è morto nel giro di poche ore.
La tendenza è chiara: si vogliono risolvere i problemi sociali carcerando sempre più poveri.
Dal 23 al 25 maggio i detenuti hanno protestato rifiutando il cibo dell’amministrazione penitenziaria e battendo le sbarre per tre volte al giorno. La protesta si è estesa poi anche al carcere di Trento.
Presìdi spontanei, rumorosi e solidali hanno portato da fuori un po’ di appoggio.
Facciamo sentire ai detenuti in lotta che non sono soli.
Lunedì 21 giugno, dalle ore 18,00 alle 20,00
Presidio di solidarietà sotto il carcere di via Prati a Rovereto
Musica e microfono aperto
Invitiamo in particolare parenti e amici dei detenuti a partecipare
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