*Di carcere si muore*
*Solidarietà con i detenuti*
*Ricordando Stefano Frapporti*
Di carcere si muore.
Quando non fisicamente, si muore affettivamente, psicologicamente,
moralmente.
Le varie lettere che riceviamo dal carcere di Rovereto descrivono una
situazione invivibile e degradante. Parliamo in particolare della sezione
femminile.
Questa è la realtà quotidiana: ore d’aria in meno rispetto a quelle
previste, celle chiuse tutto il giorno, mancanza di personale medico,
sovraffollamento, cibo immangiabile, disposizioni arbitrarie che riducono al
minimo il vestiario consentito, prodotti necessari – ad esempio per l’igiene
intima – dai costi altissimi (per la gioia delle ditte che li forniscono). A
questo quadro si aggiungono i sempre più frequenti rifiuti da parte del
magistrato di sorveglianza di concedere liberazioni anticipate e misure
alternative a chi ne avrebbe diritto.
Allargando lo sguardo oltre le condizioni carcerarie stesse, è evidente che
il carcere assomiglia sempre più al “nuovo” programma sociale previsto per i
poveri. Il 27% dei detenuti è composto da tossicodipendenti. Il 38% da
immigrati senza documenti. Facciamo un esempio: abolendo la legge
Fini-Giovanardi sulle droghe e la Bossi-Fini sull’immigrazione uscirebbero
subito 2/3 dei prigionieri! Altro che grandi criminali da cui difendere la
società!
Il problema non si risolve certo costruendo nuove carceri. Per invertire
questa tendenza ad una società sempre più carceraria è necessario lottare
tutti. Dentro come fuori.
Sarà anche questo il nostro modo per ricordare Stefano Frapporti e l’arresto
che lo ha ucciso.
*SABATO 21 AGOSTO, DALLE ORE 18,00*
*PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI ROVERETO*
*Musica, interventi, microfono aperto*
*assemblea dei familiari, amici e solidali di Stefano Frapporti*
nonsipuomorirecosi@gmail.com
frapportistefano.blogspot.com
sabato 14 agosto 2010
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