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Non si può morire così...
Stefano Frapporti era un muratore di 48 anni. Il 21 luglio 2009 andava in giro in bicicletta quando è stato fermato da due carabinieri in borghese per un'infrazione stradale. Portato in carcere perché sospettato di spaccio non uscirà mai vivo dalla cella.

Questo blog nasce dalla volontà della famiglia di ottenere chiarezza su quel che è successo a Stefano e per chiedere che venga fatta giustizia.



ASSEMBLEA PUBBLICA TUTTI I MARTEDI' DALLE 20.00 ALLA SEDE DELL'ASSOCIAZIONE "STEFANO FRAPPORTI" IN VIA CAMPAGNOLE 22.

venerdì 20 agosto 2010

Pestaggio in carcere a Tolmezzo

Un altro pestaggio in carcere, questa volta a Tolmezzo (Udine), i secondini manganellano un ragazzo e poi lo imbottiscono di psicofarmaci.
Qui di seguito un comunicato di alcuni detenuti.

Tolmezzo 15/08/2010
Noi detenuti della casa circondariale di Tolmezzo abbiamo deciso di scrivere questa lettera dopo l'ennesimo pestaggio avvenuto nelle carceri italiane.
Dopo i casi di Marcello Lonzi a Livorno, di Stefano Cucchi a Roma e di Stefano Frapporti a Rovereto e di tanti, troppi altri in giro per la penisola, siamo costretti a vedere con i nostri occhi che la situazione carceraria in Italia non è cambiata per niente.
Mentre da una parte ci si aspetta dai detenuti silenzio e sottomissione per una situazione inumana (quasi 70.000 prigionieri a fronte di nemmeno 45.000 posti, percorsi di reinserimento sociale pressochè inesistenti, scarsissima assistenza sanitaria, fatiscenza delle strutture ecc...) si ha dall'altra il solito trattamento vessatorio da parte del personale penitenziario, non giustificabile con la solita scusa sulla scarsità di uomini e mezzi.
Denunciamo quello che, ancora una volta, è successo venerdì 13 agosto proprio qui a Tolmezzo, dove un ragazzo, M.F., è stato picchiato con tanto di manganelli nella sezione infermeria.
Se come per altre volte i protagonisti dell'aggressione erano, tra gli altri, graduati ormai noti ai detenuti per le loro provocazioni, l'altra costante è stata la completa assenza del comandante delle guardie e della direttrice dell'istituto.
La nostra situazione è fin troppo pesante per accettare la sottomissione fisica dopo quella psicologica.
Per noi tacere oggi potrebbe voler dire ricevere bastonate domani se non fare la fine dei vari Stefano o Marcello domani l'altro.
Noi non ci stiamo e con questa nostra ci rivolgiamo a chiunque nel cosiddetto mondo libero voglia ascoltare, affinchè la nostra voce non cada morta all'interno di queste mura.

alcuni detenuti del carcere di Tolmezzo

sabato 14 agosto 2010

Presidio del 21 agosto 2010 ore 18.00

*Di carcere si muore*

*Solidarietà con i detenuti*

*Ricordando Stefano Frapporti*



Di carcere si muore.

Quando non fisicamente, si muore affettivamente, psicologicamente,
moralmente.

Le varie lettere che riceviamo dal carcere di Rovereto descrivono una
situazione invivibile e degradante. Parliamo in particolare della sezione
femminile.

Questa è la realtà quotidiana: ore d’aria in meno rispetto a quelle
previste, celle chiuse tutto il giorno, mancanza di personale medico,
sovraffollamento, cibo immangiabile, disposizioni arbitrarie che riducono al
minimo il vestiario consentito, prodotti necessari – ad esempio per l’igiene
intima – dai costi altissimi (per la gioia delle ditte che li forniscono). A
questo quadro si aggiungono i sempre più frequenti rifiuti da parte del
magistrato di sorveglianza di concedere liberazioni anticipate e misure
alternative a chi ne avrebbe diritto.

Allargando lo sguardo oltre le condizioni carcerarie stesse, è evidente che
il carcere assomiglia sempre più al “nuovo” programma sociale previsto per i
poveri. Il 27% dei detenuti è composto da tossicodipendenti. Il 38% da
immigrati senza documenti. Facciamo un esempio: abolendo la legge
Fini-Giovanardi sulle droghe e la Bossi-Fini sull’immigrazione uscirebbero
subito 2/3 dei prigionieri! Altro che grandi criminali da cui difendere la
società!

Il problema non si risolve certo costruendo nuove carceri. Per invertire
questa tendenza ad una società sempre più carceraria è necessario lottare
tutti. Dentro come fuori.

Sarà anche questo il nostro modo per ricordare Stefano Frapporti e l’arresto
che lo ha ucciso.



*SABATO 21 AGOSTO, DALLE ORE 18,00*

*PRESIDIO SOTTO IL CARCERE DI ROVERETO*

*Musica, interventi, microfono aperto*




*assemblea dei familiari, amici e solidali di Stefano Frapporti*


nonsipuomorirecosi@gmail.com

frapportistefano.blogspot.com

mercoledì 4 agosto 2010

AVVISO AI LETTORI

Questo blog è stato ideato per fornire informazioni e pubblicizzare le iniziative. Chi fosse interessato ad uno scambio di opinioni può venire all'assemblea o qualora non potesse può scrivere un'e-mail a nonsipuomorirecosi@gmail.com